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Tutti i benefici dell'Alloro

Scopriamo insieme ad AICG come coltivarlo e alcune ricette erboristiche a base di Alloro.

Scommettiamo che, se diciamo “alloro”, immediatamente vi viene in mente un sugo o un arrosto di carne, o anche una bella siepe in giardino. E avete ragione: questa nobile (il suo nome scientifico infatti è Laurus nobilis) pianta è particolarmente apprezzata per il suo aroma fenomenale in cucina e per la sua bellezza e robustezza negli spazi verdi. Ma forse non sapete che è anche un vero portento di proprietà benefiche, non solo consumandolo in piatti prelibati, ma anche in tisane e infusi. Qui vi raccontiamo perché fa bene e come utilizzarlo.

 

Perché usare in cucina l'Alloro

I cuochi della tradizione hanno perfettamente ragione: l’alloro è innanzitutto un ottimo complemento per la digestione. Grazie a un principio amaro contenuto nell’essenza, 3-4 foglie aggiunte a minestre, zuppe e umidi durante la cottura aromatizzano e rendono digeribili legumi secchi, carni rosse e cibi grassi in genere, favorendo l’eliminazione dei gas intestinali. Il tannino stimola i succhi gastrici e ne fa un disinfettante e blando astringente delle vie gastrointestinali. L’acido laurilico combatte l’invecchiamento con le sue capacità antiossidanti. 

Con le bacche si prepara un delizioso e aromatico liquore casalingo, il laurino, molto diffuso in Emilia-Romagna. Ricetta: macerate per 60 giorni, in un litro d’alcol a 95°, 100 g di frutti d’alloro interi e 100 g pestati, oltre a 4 chiodi di garofano. Poi preparate uno sciroppo con 300 g di zucchero sciolto in acqua calda ma non bollente, lasciate raffreddare e unitelo al liquore mescolando bene. Dopo una settimana di riposo sempre al buio, filtrate e imbottigliate; fate riposare per almeno 3 mesi.

 

Allora: coltivazione semplicissima

Piuttosto raro allo stato spontaneo in Italia, è invece una specie ideale per la coltivazione: robusto e rustico, si adatta ai climi meno torridi del Meridione fino ai rigori continentali delle Prealpi. Può essere utilizzato per fragranti siepi sempreverdi, oppure come esemplare isolato allevandolo ad alberello. Va annaffiato nel primo anno dall’impianto, dopodiché si arrangia da solo.

Predilige, da buona pianta mediterranea, una posizione soleggiata su terreno calcareo (tanto più quanto più si sale verso Nord) e qualche attenzione solo al momento dell’impianto. In particolare, non addensate troppo le piante: almeno 1 m nel caso della siepe, e 5 m di libertà intorno se intendete allevarlo ad albero. Non va potato, se non per contenerne l'esuberanza o... per metterlo in pentola. Ciononostante, sopporta benissimo i tagli, con il risvolto di crescere tanto più rapidamente quanto più lo si taglia: tenetene conto!

Vive bene anche in vaso, man mano più grande, a condizione di annaffiarlo moderatamente soprattutto in estate.

 

Lunga raccolta dell'Alloro

Le foglie si raccolgono per tutto l’anno, da piante che crescono in zone non inquinate; si spolverano una a una con un panno e si utilizzano fresche oppure si essiccano all’ombra in luogo aerato, conservandole intere o a pezzetti in vasi di vetro ermeticamente chiusi. 

I frutti (che si chiamano “drupe”) vanno raccolti a maturazione completata (colore nero lucido), verso ottobre-novembre, essiccandoli per 3-4 ore in forno a 60° con lo sportello semiaperto; si conservano come le foglie.

Attenzione: le foglie, da un occhio inesperto, possono essere confuse con quelle molto più strette e allungate dell’oleandro, che però si distingue facilmente per la fioritura, e soprattutto con quelle del lauroceraso, che sono più grandi e molto più lucide e chiare sulla pagina superiore (d’altronde anche il nome popolare “lauro” viene spesso riferito sia all’alloro, sia al lauroceraso). Perché questo alert? Perché sia l’oleandro che il lauroceraso sono tossici!

 

Ricette erboristiche con l'Alloro

Utilizzate le foglie fresche, lavate e asciugate. 

  • Per favorire la digestione: infondete 10 g di foglie in una tazza d’acqua bollente per 10 minuti, dolcificate con miele di rosmarino, bevete a fine pasto.
  • Contro l’insonnia: infondete 5 g di foglie in una tazza d’acqua bollente per 10 minuti, dolcificate con miele di tiglio, consumate mezz’ora prima di coricarvi (oppure durante il giorno come antiansia).
  • Per placare i dolori mestruali: infondete 10 g di foglie in mezzo litro d’acqua bollente per 10 minuti, dolcificate con miele di salvia, assumete due tazze al giorno nella settimana precedente l’arrivo delle mestruazioni.
  • Per combattere reumatismi e dolori muscolari: macerate 50 g di foglie (anche secche) spezzettate in 50 g d’alcol a 70° per 24 ore, aggiungete 500 g d’olio d’oliva e cuocete a bagnomaria senza bollire per 6 ore, filtrate e imbottigliate; si usa per frizioni (5-10 gocce) sulla parte dolente 3-4 volte al giorno.
  • Come sudorifero se avete preso freddo: bollite 400 g di foglie e bacche per 10 minuti in 2 litri d’acqua, filtrate e aggiungete all’acqua del bagno, immergetevi per non più di 15 minuti.
  • Il pediluvio defatigante: pestate 30 g bacche, bollitele in 1,5 litri d’acqua per 15 minuti, filtrate e fate un pediluvio tiepido per 10 minuti.
  • Per scacciare mosche e zanzare: bruciate nel camino una manciata di foglie essiccate o strofinate la griglia del barbecue con foglie fresche, buttatele sulla brace e appoggiatevi sopra la griglia. 
  • Per eliminare tarme e tarli: spargetele fresche nella dispensa e nell’armadio, rinnovandole ogni 3 mesi.
 
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