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Le piante carnivore

Conosciamo meglio le piante che si nutrono di insetti

La loro particolarità di intrappolare gli insetti è dovuta a un adattamento alle condizioni del terreno del loro luogo d’origine che è completamente privo di nutrienti. Sono diversi i tipi di trappole che queste piante hanno escogitato per riuscire a sopravvivere in questi luoghi inospitali, scopriamo insieme le più famose.

  • Trappole a scatto: con un movimento rapido intrappolano le loro prede;
  • Trappole adesive: la mucillaggine collosa secreta dalle foglie le rende appiccicose e gli insetti sfortunati che le sfiorano non si possano più muovere.
  • Trappola a pozzo: le foglie, dette ascidi, creano una sorta di pozzo che contiene un liquido zuccherino che attira gli insetti e li intrappola nel fondo dell’ascido, rendendo difficile se non impossibile la risalita e la fuga.

Le piante carnivore (o insettivore) sono piante molto particolari che non richiedono molte cure. Ecco come tenere al meglio le principali piante carnivore.

Sarracenia: definita dagli anglofoni "Yellow pitcher plant".

Con le sue foglie lunghe e tubulari cave all’interno dette ascidio intrappola gli insetti attratti dal colore e dal profumo. È una pianta affascinante che, se collocata in un luogo con molta luce e annaffiata con acqua piovana o distillata, è in grado di vivere per molti anni e darci tante soddisfazioni.

Dionea (o “Venere acchiappamosche”)

La Dionea si colloca nell’immaginario collettivo come una delle “piante carnivore per eccellenza”, questa singolare pianta erbacea è originaria del nord America, famosa per il suo apparato di cattura composto da due pagine fogliari unite e con la presenza di piccoli “denti” morbidi nella parte esterna che impediscono la fuga della preda, come le altre piante carnivore ama la luce del sole, e l’acqua povera di nutrienti per questo va annaffiata utilizzando solo acqua piovana o distillata, versandola nel sottovaso e lasciando che il terreno l’assorba. Non lasciare il sottovaso per lunghi periodi con l’acqua stagnate perché potrebbe far marcire le radici.

Nepenthes (Nepenthes Ventrata)

Il suo nome proviene dal greco e significa letteralmente “non dolore”, in natura è una pianta epifita, quindi vive arrampicata sugli alberi dai quali fa pendere le radici e i suoi temibili ascidi pronti a intrappolare il primo malcapitato. La forma e dimensione dei suoi ascidi possono variare a seconda della specie, in alcune possono raggiungere dimensioni di 30 cm.

Drosera (Rosolida o Rugiada del Sole)

Pianta carnivora originaria del sud Africa, produce una rosetta con numerose foglie, la cui parte terminale è ricoperta da peletti che presentano gocce di mucillaggine estremamente appiccicose, con le quali intrappola gli insetti. Molto rustica e non richiede particolari cure, occorre soltanto mantenere il substrato molto umido utilizzando acqua piovana o distillata, e mantenere un buon grado di umidità lasciando evaporare l’acqua in eccesso nel sottovaso. 

LE TRE REGOLE D’ORO

Come prendersi cura delle piante carnivore

  • L’acqua: mai usare quella del rubinetto. Solo acqua piovana o distillata.
  • Il substrato: mai usare terriccio universale, ma solo quello specifico che è composto generalmente da torba di sfagno e perlite.
  • Clima: la maggioranza delle piante insettivore provengono da luoghi caldi e umidi. Cercate di riprodurre il giusto habitat per ogni specie di pianta.
 
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