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Orto: tutti i nemici dei pomodori

Scopriamo insieme ad AICG come combattere peronospore, marciume apicale e le altre avversità dei pomodori.

Pomodori: li avete seminati a febbraio-marzo e trapiantati in marzo-aprile, li avete irrigati, concimati, diserbati e sfemminellati (eliminazione dei germogli ascellari), avete visto apparire i primi fiorellini gialli pieni di alacri api, e ingrossarsi i frutticini. E poi i frutti già rosati si sono riempiti di chiazze scure, o “è marcito il sedere”, o sono stati bucherellati dalle lumache o invasi dalla tignola. Oppure le foglie delle piante si sono accartocciate, o macchiate di ruggine, o riempite di ragnatele. Oppure i fiori si sono contornati di “pidocchi”.

Com’è difficile diventare un pomodoro sano… O forse no? Perché ogni problema ha sempre un suo rimedio, e soprattutto una pianta sana difficilmente verrà attaccata da malattie e parassiti, donde l’esortazione a prevenire i problemi anziché doverli poi curare una volta manifestatisi.

 

Parassiti animali dei pomodori

Se le piante di pomodori non vengono bagnate a sufficienza, possono arrivare gli afidi o “pidocchi delle piante” a formare manicotti felici di pungere e succhiare i germogli fiorali. Va da sé che le punture dei delicati tessuti impediscono la formazione del fiore, e senza fiore niente frutto! Possono essere verdi, gialli, neri o rossi, ma comunque riconoscibili perché creano ammassi brulicanti di insettini sui germogli. Si prevengono bagnando con regolarità. Si combattono con prodotti naturali a base di sapone molle o di aglio (da irrorare ogni 3 giorni), oppure con olio di Neem. 

Se l’acqua non è sufficiente, fa molto caldo, le piante sono troppo vicine e la posizione è poco ventilata, compare il ragnetto rosso, invisibile ma riconoscibile perché le foglie scoloriscono a puntini gialli e vengono avvolte da sottili ragnatele. Si previene tenendo la giusta distanza fra le piante ed evitando gli stress idrici. Si combatte con sapone molle.

 

 

Gli animali meno frequenti

In vicinanza di grandi campi di coltivazione dei pomodori, soprattutto nel Sud, capita di vedere negli orti casalinghi le foglie ricamate da gallerie chiare e i pomodori traforati come un merletto: è la tignola del pomodoro (Tuta absoluta), la cui larva provoca la caduta di foglie e frutti. In zone infestate si previene con accurate, profonde e ripetute lavorazioni del terreno in autunno; rispettando le rotazioni colturali con piante diverse dalle Solanacee e dal fagiolo; eliminando le Solanacee spontanee nei dintorni dell’orto; bruciando i residui di piante infestate. Si combatte con irrorazioni di Bacillus thuringiensis.

Infine, nelle estati più piovose, o nei terreni naturalmente umidi, o a fine stagione accade che i frutti quasi maturi siano rosi dalle limacce (le lumache senza guscio) che, strisciando sui tutori, raggiungono gli agognati frutti. Si prevengono circondando le piante con strisce di segatura, cenere di legna o lapillo grossolano, oppure appoggiando piattini pieni di birra. Si combattono con le esche lumachicide naturali a base di fosfato di ferro.

 

Malattie fungine dei pomodori

Il nemico n. 1 in assoluto dei pomodori è la terribile peronospora, una malattia fungina che si instaura quando il fogliame viene ripetutamente bagnato, soprattutto con acqua d’acquedotto o di pozzo, ma anche piovana se è eccessiva. Attacca dapprima le foglie con macchie brune che poi seccano l’intera lamina, e poi con chiazze dapprima scolorite e poi brune sulle bacche che diventano immangiabili perché la malattia rende dura la polpa. Si previene evitando di bagnare il fogliame e irrorando decotto di equiseto (o prodotti a base di equiseto) e macerato d’ortica ogni 7 giorni. Si cura trattando con prodotti a base di rame.

Non è una malattia fungina, bensì virale il mosaico del tabacco (TMV), causato appunto da un virus trasportato da insetti pungitori-succhiatori come gli afidi. Si riconosce perché le foglie si chiazzano “a mosaico”, per poi accartocciarsi e cadere, seguite poco dopo dai frutti con identico destino. Si previene combattendo gli afidi. Non è curabile: le piante colpite vanno subito estirpate, raccolte in ogni residuo e bruciate.

 

Fisiopatie dei pomodori

Una fisiopatia è una sofferenza della pianta per cause ambientali, cioè non riconducibili a malattie o parassiti.

Capita di frequente nelle ultime estati torride che le foglie basali delle piante di pomodori appassiscano, pendendo flaccide, soprattutto nelle ore centrali del giorno. Le cause sono l’aria troppo calda e il sole troppo cocente, unite a un’irrigazione irregolare e carente. Si previene e si cura con annaffiature regolari e sufficienti per la temperatura, e con un telo ombreggiante da stendere verso le 11 e da rimuovere verso le 16 nelle giornate soleggiate. Tuttavia, è facile che le foglie, una volta rammollite, non si riprendano e cadano.

Quando invece è l’apice delle bacche, soprattutto di San Marzano o Perino, ad annerire e seccarsi, si ha il cosiddetto (volgarmente) “marciume del sedere” o marciume apicale, che costringe a gettare il frutto. Le cause sono sempre l’irrigazione irregolare, e la carenza di calcio nel terreno. Si previene bagnando con regolarità e a sufficienza, e somministrando, un mese dopo il trapianto e di nuovo a 75 giorni di coltivazione un concime specifico per pomodori che contenga anche calcio (Ca), reperibile nel vostro Centro di Giardinaggio di fiducia.

 
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