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Kako
Diospyros kaki
La pianta dei kaki è originaria della Cina, oggi diffusa in tutto il mondo grazie alle qualità del frutto molto apprezzato per la sua consistenza morbida e molto nutritiva, in grado di conservarsi per molto tempo in frigorifero. Esistono anche cachi con la polpa che rimane dura detti “kaki mela” ma sono poco diffusi in Italia a causa della loro sensibilità al freddo. La coltivazione del caco è molto semplice grazie alla sua estrema resistenza alle avversità del clima e a malattie e parassiti, allo stesso tempo è una pianta molto gentile grazie alla quale potremo godere dei suoi frutti da ottobre fino all’inizio dell’inverno.
Dove collocare il caco?
In commercio ci sono molte varietà di kaki che tollerano molto bene temperature invernali fino a -15°C, per questo è una pianta coltivata in tutta Italia anche se nel nord le giovani piante possono subire dei danni dal gelo e dall’umidità persistente. È opportuno posizionarlo in un luogo riparato dal vento che potrebbe rompere i rami, soprattutto quando sono carichi di frutti. Il caco predilige dei terreni profondi e fertili con una buona aereazione e privi di ristagni che potrebbero far marcire le radici della pianta; si adatta bene anche a terreni non molto fertili anche se in questo caso la produzione di frutti sarà minore.
Irrigazione: ogni quanto va bagnato il caco?
Il caco è una pianta molto rustica e sopporta bene i periodi di siccità, è bene però intervenire se si vede la pianta in difficoltà durante le estati particolarmente aride; se il caco è appena stato impiantato in piena terra è opportuno irrigarlo più frequentemente non avendo ancora sviluppato un apparato radicale in grado di estendersi in profondità nel terreno e attingere all’umidità presente negli strati più profondi.
Concimazione e messa a dimora del caco o kako
Il caco può essere coltivato anche in balcone o in terrazzo purché sia piantato in contenitori molto ampi, dovremo aspettarci una crescita più contenuta e una fruttificazione minore rispetto alle piante in piena terra a causa dello scarso apparato radicale che potrà sviluppare. Per una buona coltivazione in queste condizioni bisogna annaffiarlo ogni volta che il terreno risulti asciutto, anche le fertilizzazioni dovranno essere continue utilizzando del fertilizzante liquido o granulare, per apportare elementi nutritivi per il corretto sviluppo del caco o kako.
Per la messa a dimora del caco si procede scavando una buca in grado di contenerne la zolla della pianta, distribuire del materiale organico che funga da concimazione di base, inserire la pianta all’interno della buca ben dritta e con il colleto sopra il livello del terreno, dopo aver riportato la terra nella buca comprimere delicatamente con i piedi la zona e in fine annaffiare abbondantemente per favorire l’emissione di radici. È importante concimare le piante che si trovano anche in piena terra, distribuendo sul suolo del concime organico come letame o cornunghia in primavera.
Cure generali del caco o kako
Quando andiamo a potare il caco dobbiamo tenere a mente alcuni aspetti importanti: il caco fruttifica sui rami dell’anno, ovvero i germogli che si sono sviluppati in primavere e hanno emesso i fiori, la seconda nozione da tenere bene a mente è l’abbondante cascola dei frutti ovvero la caduta di quest’ultimi prima della maturazione; per questi due motivi la potatura dovrà essere blanda alleggerendo la chioma ma non troppo per favorirne la fruttificazione.
L’insetto che provoca maggiormente danni al caco è la sesia, un lepidottero che allo stato di larva danneggia il frusto scavando delle gallerie sotto la corteccia e compromettendo i vasi interni. Indizio della sua presenza è l’ingiallimento delle foglie e uno sviluppo meno vigoroso della pianta.
Un altro accorgimento è quello di ripulire sotto la chioma della pianta di tutte le foglie che ha perso, ripulendo con particolare cura la zona del colletto e del punto di innesto.